martedì 16 novembre 2010

FACEBOOK COME L'INFLUENZA?

C'è un collegamento logico tra Facebook e le epidemie trasmesse da retrovirus?
Sembrerebbe di sì, secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori.

Se su Facebook, ogni giorno, milioni di persone accedono al loro profilo per leggere l'ultimo messaggio dell'amico, commentare la notizia del giorno o darsi appuntamento per la serata, il social network più utilizzato al mondo, nel momento in cui scriviamo, è anche uno dei simboli del mondo globale in cui viviamo.

Ma la maggior parte delle persone non si rende conto di tutte le conseguenze derivanti dal vivere in un pianeta sempre più interconnesso. Una delle reti globali che contribuisce di più al diffondersi delle malattie a diffusione virale è quella costituita dal traffico aereo.
Oggi questa è sicuramente una delle vie principali di diffusione delle pandemie.

Ce ne parla il biologo Antonio Scalari su Gravità Zero (continua a leggere)



venerdì 12 novembre 2010

INDAGINE SUL RUOLO DEI BLOG NELL'INFORMAZIONE DI ATTUALITÀ



Mostrerò questa ricerca oggi al convegno "Comunicare lo Sviluppo" nella relazione che terrò a Senigallia al seminario nazionale sulla comunicazione e lo sviluppo e il Web 2.0.

Annarita Ficco, che ringrazio, mi ha inviato infatti ieri una indagine della società di ricerche Human Highway in collaborazione con Liquida, dove è stata fatta un'analisi completa sulle abitudini relative all’informazione d’attualità degli utenti internet italiani.

L’indagine rileva dei dati indubbiamente interessanti.

Il primo dato che salta all’occhio è che 23,1% dei 24,4 milioni di utenti italiani di Internet, cioè circa 5,6 milioni di individui, sono lettori assidui di blog e che la maggior parte di questi (il 20,1% della popolazione online) legge blog di attualità. Il secondo dato che può scatenare riflessioni è che confrontando i nuovi dati con quelli ricavati nel 2009 vi è stato un aumento di lettori di blog di attualità di oltre mezzo milione di persone.

Un aspetto che ci riguarda da vicino sono le specificità dei blog.
I blog trovano oggi il loro ruolo specifico nell’informazione sui temi legati alla tecnologia e all’innovazione. Su questi temi i blog possono vantare un grado di autorevolezza maggiore rispetto ad altre fonti informative.

Tra i blog più rilevanti segnalati dalla ricerca anche quello dell'amico Vittorio Pasteris, giornalista de La Stampa di Torino, che farà da moderatore a un incontro alla Fnac di Torino che si terrà mercoledì 24 novembre con Gabriele Farina e il Claudio Pasqua




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giovedì 4 novembre 2010

AIUTARE ONLINE. L'INTERVENTO PSICOLOGICO VIA INTERNET CON ADOLESCENTI

Articolo di Luigina Pugno
Psicoterapeuta e blogger
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Quando si sceglie di fare lo psicologo, si deve anche scegliere in quale ambito operare. In base alla propria esperienza, e alle proprie caratteristiche personali, si arriva a capire con quale tipologia di patologia si è più adatti ad intervenire. C'è chi si trova meglio con i disturbi d'ansia, chi con i disturbi alimentari, chi con gli adulti e chi preferisce i bambini.
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Tendenzialmente si preferisce evitare gli adolescenti in quanto risulta troppo complesso instaurare una buona relazione terapeutica e perché è più facile che venga messa in discussione l’asimmetria tipica della relazione medico paziente. Può anche diventare complessa la triangolazione economica medico – paziente – genitori.
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Dalla lettura di questo testo si capisce che un terapeuta che utilizza l’asimmetria come strumento terapeutico imprescindibile, incontrerà parecchia difficoltà nella terapia con gli adolescenti.
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Difficilmente gli adolescenti vanno in terapia. Quando si vuole fare un intervento terapeutico con gli adolescenti bisogna quindi andare dove loro stanno. Li si deve raggiungere nell'aula scolastica, nei luoghi di ritrovo, e sempre più di frequente su Internet.
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Quasi la totalità dei giovani usa Internet come luogo di scambio di idee, di risorse e per mantenere e fare nuove amicizie. La lettura di questo libro è stata una scoperta, non credevo che esistessero già tante ricerche sull'argomento e-terapia. Potrei quasi affermare che non sapevo che questo tipo di terapia venisse già utilizzata. Uno psicologo che volesse dedicarsi alla e-terapia non deve avere solo una buona base teorica, ma anche capacità relazionali che lo rendano in grado di interagire con i teenager e deve inoltre avere discrete capacità di utilizzo di questi nuovi strumenti tecnologici.
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Mi ha rassicurata leggere che anche in questo tipo di supporto psicologico c'è una sessione preliminare in cui si chiariscono le specificità di tale intervento, e vengono richiesti dei dati che possono essere utilizzati al fine di superare la distanza fisica, qualora si rendesse necessario un intervento diretto: come nel caso di un sospetto atto anticonservativo.
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Diventa chiaro che chi desidera attuare un intervento e-terapeutico deve ricevere uno specifico training. Un addestramento all'utilizzo dei social network e dello slang giovanile. Non tutti si possono improvvisare e-terapeuti. L'adolescente non vuole essere problematizzato, ma ha bisogno di sentirsi alla pari con chi sta all'altro capo della chat, perché questo lo tutela dasentimenti di vergogna. I siti Internet che offrono aiuto quindi, non devono far percepire l'intervento come medicalizzato. Il panorama italiano ha invece un look clinico, professionale e poco interattivo. Per questo non attirerebbe gli adolescenti.
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Mi sembra che i siti internet italiani dedicati alla e-terapia abbiano questo aspetto, perché in Italia la psicologia è ancora impegnata a farsi prendere sul serio. Molto interessante è il capitolo sulle prospettive di intervento, dove si trovano suggerimenti pratici per chi vorrebbe lanciarsi nel supporto psicologico via web. Una psicoterapeuta come me, che ha ambiti di intervento differenti da quelli virtuali o dai temi portati ad esempio dall’e-book, sente forte il bisogno di un glossario che spieghi cosa si intende per web 3.0 o micropunture, quando non si sta parlando di chirurgia estetica.
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Per tornare alla tematica giovanile, concludo citando le parole dell’autore: “Per quanto il territorio e-terapeutico giovanile debba ancora essere approfondito e testato, questi sembrano essere i termini chiave per l'impostazione e lo sviluppo di nuovi servizi che possono vivere e operare on-line ma con auspicabili contatti nella realtà urbana, dalle istituzioni scolastiche all'organizzazione di eventi correlati alla formazione dei gruppi in rete. Integrare vita on e offline grazie a uno strumento terapeutico virtuale significa probabilmente riportare l'adolescente a una dimensione unitaria, integrata, sociale, capace di gestire Internet come un mezzo di comunicazione preferenziale e non come un luogo esclusivo di rifugio, scisso dall'esistenza in carne e ossa.
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Sia chiaro: è tutto in costruzione, siamo ora in una fase epocale di transizione. E se è vero che una visione sinottica degli ultimi studi sul counselling attraverso pc indica con chiarezza risultati positivi e ottimi livelli di alleanza terapeutica, lo scetticismo che riguarda lo strumento specifico è ancora elevato e non solamente da parte dei terapeuti.”
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Autore: ALESSANDRO CALDERONI
La prima guida italiana sull'aiuto psicologico agli adolescenti via internet.
Codice ISBN:978-88-87795-52-3
Prezzo: euro 12,00
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