Dal 1959, da quando due matematici ungheresi, l’inimitabile Paul Erdős e il suo collaboratore Alfréd Rényi iniziarono a studiare il comportamento delle reti in comunicazione e nelle scienze biologiche, è passata molta acqua sotto i ponti. Essi suggerirono, con convincenti calcoli, che i sistemi complessi si comportavano in maniera del tutto aleatoria [1] [2].
Quarant’anni dopo, nel 1999, il fisico Albert-László Barabási (foto) e i suoi
Tenete presente che gli strumenti che prima di tali studi venivano utilizzati per spiegare il comportamento di Internet si basavano su idee mutuate dall’analisi sul comportamento di sistemi privi di organizzazione.
Gli attuali protocolli sono stati sviluppati negli anni Settanta, quando la rete era piccola, sfruttando le tecnologie disponibili allora.
L’importanza di conoscere la topologia della rete e dei suoi attributi è legata alla necessità di abbattere le limitazioni intrinseche al modello: senza tali conoscenze non si possono ad esempio progettare nuovi strumenti e nuovi servizi.
Da cui l’importanza di introdurre nuovi modelli che spieghino con maggiore raffinatezza le caratteristiche dei questi sistemi.
Articolo tratto da The Daily Bit
REFERENCES
[1] Paul Erdős and Alfréd Rényi , Publ. Math. Inst. Acad. Sci. 5, 17 (1960).
[2] B. Bollobas, Random Graphs (Academic Press, London, 1985).
[3] Albert-László Barabási, and R. Albert, Science 286, 509 (1999).
[4] Albert-László Barabás, Linked, The New Science of Networks, Perseus Publishing, 2002
Nessun commento:
Posta un commento